Studio di counseling ÆQUILIBRIUM

A Firenze e provincia:

Counseling per la motivazione e il cambiamento

Counseling Breve

Sostegno per neo-mamme (pre e post parto) possibilità di incontri a domicilio per tutte le mamme con bambini tra 0 e 6 mesi.

Contro lo stress: incontri per il rilassamento profondo, colloqui e tecniche di meditazione personalizzata

Incontri tematici per piccoli gruppi di auto-aiuto: avviamento, conduzione e supervisione in itinere

E per i più giovani:

metodo di studio, orientamento e motivazione. Sostegno per preparazione di tesi ed esami.

Il counselor è una guida che vi accompagna nella scoperta delle vostre potenzialità per realizzare il cambiamento che è già dentro di voi.

“Spesso l'uomo diventa quello che crede di essere.” Mahatma Gandhi

Contatti: Dr.ssa Annalisa Ilari
e-mail studio.aequilibrium@gmail.com - Tel 333 4552915

Æquilibrium perché...

...l'equilibrio non è mai statico.

E' un movimento continuo che porta energia e vitalità.

Non abbandoniamoci per inerzia, fatica o paura alla passività ma agiamo ora, adesso, nel presente, per vivere appieno, per sentire la vita che scorre dentro di noi, per bearci di quella sensazione di serenità che solo la ricerca dell'equilibrio può dare.




lunedì 8 novembre 2010

Per chi è interessata al gruppo "Dimensione donna: ma quanti ruoli?"

Carissime,
non possiamo più accettare richieste per il gruppo del 20 novembre per raggiunto numero max di partecipanti.
Se interessate SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL GRUPPO CHE PARTIRA' IL PROSSIMO 15 GENNAIO con le stesse tematiche e modalità. Invieremo brochure informativa a chiunque ne faccia richiesta via email o via sms al 345 7604521 (specificando fax o indirizzo email nel messaggio). Le iscrizioni dovranno pervenire entro e non oltre il 05 gennaio 2011.

Indirizzi per il counseling individuale

Il martedì e il giovedì presso Studio Aplos - Via Ungheria 22 - Firenze (zona Viale Europa). Presso lo stesso si svolgono i percorsi relativi ai gruppi di counseling. 
A chi risultasse troppo distante l'area di Firenze Sud, momentaneamente, lunedì, mercoledì e sabato mattina, posso ricevere presso il mio domicilio in zona Scandicci. Comunicherò al più presto eventuale altra sede.
In tutti i casi PREVIO APPUNTAMENTO.

mercoledì 20 ottobre 2010

PROSSIMA EDIZIONE!

PROSSIMA EDIZIONE GRUPPO "DIMENSIONE DONNA: MA QUANTI RUOLI?" A PARTIRE DA SABATO 15 GENNAIO 2011... PRENOTATEVI!!

domenica 17 ottobre 2010

DIPENDE...



In un messaggio recente mi si chiede "ma il counseling, individuale o di gruppo che sia, funziona?".

Che domanda difficile, anzi, che risposta difficile!

Ci ho pensato, molto, perché non credo nelle facili risposte dogmatiche di certi "guru" o "santoni" e credo che molto dipenda da come ci si approccia al counseling.
Sembra una risposta banale e semplicistica ma non lo è e cercherò di spiegarvi perché. (Nelle note precedenti, intanto, per chi non le avesse lette, ho cercato di spiegare a grandi linee cosa sia il counseling e per che tipo di situazioni sia utile).
Il counseling, come ogni professione di aiuto (dal tecnicismo del coaching alla medicina della psichiatria), dà ottimi risultati se ci sono le tre seguenti condizioni:
1) Che chi chiede il counseling lo faccia di sua spontanea volontà e non perché "mandato" da alcun chi. Che abbia quindi la giusta motivazione ad impegnarsi in un percorso che mi piace definire di "benessere".
2) Che chi offre il servizio sia onesto ed eticamente corretto e metta in evidenza immediatemente eventuali limiti del counseling per il problema che viene portato all'attenzione del counselor.
3) Che chi decide di affrontare un percorso di counseling, individuale o di gruppo, lo faccia con l'intenzione di essere un soggetto attivo e partecipante e non un soggetto passivo che aspetta l'aiuto altrui come manna dal cielo o che lascia che il destino compia il suo corso...

Il primo punto, mi sembra, si spiega da sé, così come il secondo punto per il quale non posso far altro che sperare nella vostra fiducia, visto che non ho modo di dimostravi la mia correttezza se non lavorando insieme.

Per il terzo punto credo ci siano diverse riflessioni da fare. Innanzi tutto riguarda una più ampia filosofia di vita e, generalmente, chi decide di chiedere un aiuto è già un soggetto attivo e ha già, probabilmente, compiuto un percorso interiore che lo ha fatto decidere per una svolta nella sua vita o, più semplicemente, ha chiarito dentro di sé che il desiderio di cambiamento, di trovare la soluzione ad un problema, di affrontare un timore ha bisogno di un'azione concreta (come, appunto, scegliere un percorso di counseling).
La partecipazione attiva e il coinvolgimento fanno la differenza tra un percorso fine a se stesso e un percorso che porterà a un cambiamento più o meno importante ma continuativo e orientato verso il benessere presente e futuro. 
Vorrei fare un esempio a questo riguardo perché questo concetto riguarda ogni aspetto della vita e fa la differenza tra "lasciarsi vivere" e "vivere". 
Se studio matematica solo per arrivare in fondo all'anno scolastico con un sei, il necessario per non essere rimandato, probabilmente imparerò a memoria i vari teoremi e le regole e penserò che l'unico obiettivo dello studio sia sapere che 2+2 fa 4. Oppure... la posso studiare con attenzione, con coinvolgimento e partecipazione e andare al di là del 2+2=4 e iniziare a vedere come la matematica permei ogni aspetto della nostra vita e come possa essere una scienza coinvolgente e "calda" al pari di una materia umanistica e, magari, rimanerne affascinato.  Tutto dipende dal grado di profondità con cui si entra in ciò che si vive. Più si partecipa più si hanno risultati. Facile o difficile che sia, pochi o tanti progressi che si riesce a fare, la differenza ci sarà.
Per questo al quesito che ha originato questa nota devo rispondere: dipende...
Buona domenica a tutti/e.

mercoledì 6 ottobre 2010

Le nostre regole...


Counseling di gruppo

DIMENSIONE DONNA: MA QUANTI RUOLI?



LE NOSTRE REGOLE



1) RISPETTERO' ME STESSA E LE ALTRE

2) SOSPENDERO' OGNI GIUDIZIO E PRE-GIUDIZIO

3) ACCOGLIERO' E SARO' ACCOLTA

4) RISPETTERO' GLI ORARI

5) CERCHERO' DI ESSERE PRESENTE A TUTTI GLI INCONTRI

domenica 3 ottobre 2010

DIMENSIONE DONNA: MA QUANTI RUOLI?

OGGI SONO TANTI I RUOLI CHE LE DONNE DEVONO "INDOSSARE" E TANTE LE ASPETTATIVE DI CHI LE CIRCONDA.


Condividiamo le esperienze di figlie, madri, compagne... e troviamo nel gruppo la forza e l'energia necessarie per affrontare le sfide del quotidiano.
Ogni donna ha dentro di Sé le risorse per affrontare le situazioni della vita. A volte si fa fatica a crederci o non si ha più la forza per provarci.
Ecco che il gruppo può venire in soccorso!
Il gruppo è un luogo dove ritrovarsi, rigenerarsi ed essere accolte ed accoglienti.


Da sabato 20 novembre 2010 ore 09.00
Percorso di cinque incontri

per informazioni 345 7604521,

giovedì 1 luglio 2010

AGGIORNAMENTI

A TUTTE LE MAMME O  "QUASI MAMME"! A ottobre partiranno degli incontri per voi, suddivisi in aree tematiche: il primo gruppo è dedicato a chi sta per diventare mamma ("Sta nascendo una mamma"), il secondo a coloro che lo sono diventate da poco, con bimbi/e da 0 a 6 mesi ("Una mamma nuova di zecca!" - stiamo valutando la possibilità di partecipare con i/le bambini/e in modo da non dover trovare una baby sitter per partecipare agli incontri!)  e, il terzo, a tutte le mamme ("Dimensione donna, dimensione mamma"). Entro la fine dell'estate vi informeremo sulle date e sulle modalità di partecipazione e, appena possibile, pubblicheremo anche il programma degli incontri. Intanto... tenetevi pronte! E buona estate a tutte!
P.s. Se l'iniziativa interesserà anche ai "quasi padri" o ai "neo-padri" organizzeremo dei gruppi anche per loro. Attendete con fiducia...

venerdì 11 giugno 2010

Quel sogno che stai inseguendo è veramente il tuo?

Sembra banale, ma la prima caratteristica che un obiettivo dovrebbe avere per essere effettivamente raggiungibile e motivante è che sia di chi lo persegue!  
Banale, eppure... quante volte ci prefissiamo un obiettivo ma ci sentiamo bloccati, non riusciamo a mettere in atto quelle azioni che effettivamente ce lo farebbero raggiungere, oppure il nostro fisico si oppone con mille sintomi psico-somatici e un senso di chiusura alla bocca dello stomaco sembra dirci che non possiamo andare verso quella determinata direzione?
Spesso questo dipende dal fatto che l'obiettivo non rappresenta un nostro vero desiderio, non rispetta la nostra natura e, soprattutto, non nasce realmente da noi.
Siamo "animali sociali" (Seneca docet) ed è inevitabile essere influenzati dalle aspettative altrui, dai modi e dalle mode della società in cui viviamo, dai desideri di chi amiamo. Ma quando tutto ciò diviene un peso, un danno per la nostra integrità fisica e psicologica bisogna saper dire "basta!". Non è necessario dire un "basta!" irrazionale e pericoloso per l'equilibrio del nostro sistema ecologico*,  ma è vitale ed indispensabile compiere un'affermazione di indipendenza, di amore per se stessi, di volontà di vivere più serenamente per poi poter stare meglio anche con gli altri, anche se con certe scelte si teme di deludere chi ci è caro.
Chi ci ama veramente sarà sempre felice di vederci realizzati e in pace con noi stessi e a volte possiamo sorprenderli...
Succede però che la paura di deludere gli altri ci spinga verso scelte che con l'andare del tempo si rivelano deleterie per noi e, di riflesso, come in un circolo vizioso, anche per quel rapporto che era nostra intenzione salvaguardare. 
I motivi che possono determinare una scelta di obiettivi incompatibili con la nostra natura possono essere molti. L'importante è riuscire a capire ciò che effettivamente è sano e desiderabile per noi stessi e perseguire quel sogno, quella meta, quell'obiettivo, con impegno e determinazione, senza disperdere energie in progetti che, non solo non ci soddisfano, ma possono danneggiarci.

* per sistema ecologico della persona ci si riferisce a tutto l'ambiente sociale e relazionale nel quale la persona vive. Il concetto è mutuato dal modello della prospettiva ecologica di Bronfenbrenner. Per chi volesse approfondire l'argomento inserirò a breve, nel sito, la mia tesi di laurea nella quale parlo anche delle teorie di Urie Bronfenbrenner.

martedì 8 giugno 2010

Obiettivi e sogni: perché non sempre li raggiungiamo?

I sogni, si sa, sono il motore della vita. 
Alcuni di noi, però, si perdono nei sogni e dimenticano di vivere la vita reale, altri lavorano attivamente per realizzare i loro sogni e li perseguono senza fermarsi di fronte alle difficoltà, altri ancora formulano obiettivi sulla base dei propri sogni ma, per qualche motivo, non riescono a raggiungerli. Quest'ultimo è il caso più comune ed è anche una delle situazioni su cui si può lavorare molto bene nel counseling. 
Ci sono diverse considerazioni da fare in proposito. La motivazione necessaria per raggiungere gli obiettivi che ci poniamo dipende da moltissimi fattori (non ultimi quelli caratteriali...) ma ci sono alcune caratteristiche fondamentali che gli obiettivi devono avere per poter essere sufficientemente motivanti ed effettivamente raggiungibili (caratteristiche di cui parleremo più tardi). Alcune di queste caratteristiche possono sembrare banali o scontate ma è proprio la loro assenza (o la mancanza di attenzione per alcune di esse) che, nella maggior parte dei casi, è alla base del fallimento.
Nella determinazione di queste "caratteristiche" si possono far convergere le osservazioni di diverse discipline di riferimento: la psicologia della motivazione, la psicologia della percezione, quella che si interessa della personalità, dei tratti, degli atteggiamenti e, infine, ma non per importanza, la PNL. L'approccio può e deve essere multidisciplinare: la natura umana è talmente complessa da non poter essere semplificata e osservata da una sola angolazione.
Non bisogna poi dimenticare la soggettività delle esperienze vissute e come queste possano influenzare la lettura del presente e del futuro (nonché delle esperienze stesse quando si ripensa al passato) e, di conseguenza, l'atteggiamento nell'affrontare le azioni necessarie per il raggiungimento di un obiettivo, le strategie da mettere in atto, le eventuali difficoltà incontrate sul percorso che si intraprende. 
Va da sé che non è possibile indicare un percorso, delle strategie e delle caratteristiche dell'obiettivo che vadano bene per tutti. Ma si può tentare di tracciare "un identikit" dell'obiettivo realizzabile e, da questo, partire con un'analisi personalizzata, individuale e che tenga conto delle diverse situazioni di vita.
Nei prossimi post vedremo più nel dettaglio alcune delle caratteristiche fondamentali di cui ho parlato poco sopra. A presto.

martedì 11 maggio 2010

Meditazione per prendersi cura di sé

Mi è stato chiesto perché in un percorso di counseling è prevista la possibilità di fare alcuni incontri per la meditazione. A grandi linee rispondo che la meditazione (non a caso utilizzata da millenni nelle culture orientali) crea uno stato di benessere psicofisico che non si limita al momento della meditazione stessa. Lo stato di rilassamento profondo, la piena consapevolezza di se stessi, il distacco fisico e mentale dalla realtà e dalle situazioni stressanti (grazie al "vuoto mentale" che si viene a generare) consentono alla persona, nella sua interezza, di rigenerare energie necessarie sia per il benessere mentale che per quello fisico.
A questo proposito, anche se molto specifico e rivolto agli studiosi del settore, ritengo interessante riportare ciò che scrive un luminare della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) Francesco Bottaccioli nel testo scritto con Antonia Carosella Meditazione, psiche e cervello sulla base di studi internazionali nel campo delle neuro-scienze :
"l'uso regolare delle tecniche meditative determina quanto segue:
- La regolazione della produzione di cortisolo, fondamentale ormone dello stress.
- L'aumento notturno della melatonina, fondamentale ormone del sonno, con funzioni chiave nella sincronizzazione dei ritmi biologici dell'organismo.
- La riduzione della noradrenalina, neuro-trasmettitore di grande rilievo per l'umore (antidepressivo), ma anche per la regolazione della fame e della sazietà e non solo.
- L'aumento della DHEA [...], ormone prodotto sia dalle surrenali sia dal cervello, con ruoli molteplici, sia sull'umore, sia sul sistema immunitario.
[...]
In sintesi, gli effetti fisiologici della meditazione sul cervello possono essere così riassunti:
- Un rilassamento profondo che non ottunde l'attenzione, anzi la potenzia.
- Un maggior controllo dei circuiti neuroendocrini e segnatamente di quello dello stress. [...]"*

E, aggiungo io... una piacevolissima esperienza da provare, apprendere e fare propria, per utilizzarla in ogni momento, ovunque ci si trovi.
Buona meditazione!

*grassetto nostro

Una definizione "ufficiale"...

La B.A.C.P. (British Association for Counselling and Psychotherapy) fornisce la seguente
definizione dell'attività di counseling: “Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone e
aiutarlo e seguire quella che sceglierà. Il counselor può aiutare il cliente a esaminare
dettagliatamente le situazioni o i comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un punto
piccolo ma cruciale da cui sia possibile originare qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il
counselor [...] lo scopo fondamentale è l'autonomia del cliente: che possa fare le sue scelte,
prendere le sue decisioni e porle in essere”.
I campi di applicazione sono quindi pressoché... tutti! Individuale, di coppia, familiare, scolastico, professionale e così via. L'importante è desiderare un cambiamento, sapere che lo si vuole intraprendere: il counselor vi aiuterà a trovare la strada per iniziarlo e per accedere alle risorse necessarie per mettere in atto strategie costruttive e valide anche per situazioni future.
La vostra strada, le vostre risorse, le vostre strategie. Nessuno ha il diritto di dirvi cosa dovete fare della vostra vita, per questo il counselor vi aiuterà sostenendovi e guidandovi nelle vostre decisioni, tenendo sempre presente la centralità dei vostri desideri.

martedì 27 aprile 2010

Chi è e cosa fa il counselor?

Con questo post vorrei iniziare a spiegare in cosa consiste il counseling.
In realtà mi sembra opportuno iniziare spiegando che cosa NON è.
Pur avendo una preparazione in ambito psicologico (nel mio caso) il counselor non è uno psicoterapeuta, non interviene su patologie, quindi non fa diagnosi né terapie. La psicoterapia generalmente abbraccia un grande arco temporale della vita di una persona, spesso diversi anni, e parte dall'analisi e dalla rielaborazione degli eventi che hanno segnato l'esistenza fin dalla prima infanzia.
Nel counseling si parte dal qui ed ora, dal presente. Si prendono in considerazione i problemi contingenti, che non permettono di vivere serenamente nel quotidiano (gestione dello stress, peso per le aspettative di ruolo e responsabilità, senso di inadeguatezza, timore nell'effettuare determinati cambiamenti e così via) per poi cercare, in un percorso centrato sul cliente, le risorse di cui si dispone per pianificare strategie e abitudini di vita positive che, grazie all'innescarsi di un circolo virtuoso, porteranno a vivere meglio nell'immediato e nel futuro.
Nel counseling si mettono in atto tecniche e modalità di intervento che permettono di ridurre il numero di incontri necessario (generalmente dai cinque ai dieci incontri). Questo permette di affrontare rapidamente i problemi (cosa di estrema importanza visti i ritmi della vita moderna) e, di conseguenza, di risparmiare, pianificando in anticipo la durata e, quindi, il costo del percorso.
Non è possibile spiegare in poche parole in cosa consistano i colloqui e le tecniche utilizzate. La definizione "counselor" è difficilmente traducibile in italiano. Non si tratta di un "consigliere" (i consigli si chiedono ai buoni amici e non sempre si desiderano!)  né di un "consulente". Si può dire che il counselor è una guida e che il percorso di cambiamento è quello effettivamente desiderato dal cliente e non è consigliato o imposto dal professionista. Il cambiamento avverrà nel rispetto dei valori, della morale e dell'ecologia del sistema di vita del cliente.
"Lo scopo del counseling è di fornire al cliente un'opportunità di vivere in modo soddisfacente e in base alle proprie risorse" (V. Calvo - "Il colloquio di counseling" ed. Il Mulino - Bologna 2007)